Step.12 Calibri e standard dei cannoni medievali



Il cannone è il nome che attualmente viene dato, secondo la definizione di Treccani.it, al
Pezzo di artiglieria di calibro superiore ai 20 mm, a canna lunga, generalmente rigata e a tiro teso. Il suo impiego richiede di massima l’installazione su apposito supporto (affusto).
artiglieria medievale
Una bocca da fuoco del XIV secolo



Ma nella sua storia ha assunto molte forme e, nello specifico, fino al Medioevo è più giusto parlare della sua famiglia più generale: Bocche da fuoco. E' giusto infatti far notare che fino ad allora c'è stata confusione nel definire le differenze tra le varie tipologie di bocche da fuoco, appunto per una mancanza di standard comuni che ne definissero in modo inequivocabile la famiglia di appartenenza. Ma comunque oggi si possono distinguere quattro tipologie di bocche da fuoco: spingarde, le bombarde, i cannoni e gli schioppi.
La bombarda è l'antenata del cannone, nata con dimensioni ampiamente maggiori dell'ultimo, era costituita da due canne, talvolta saldate e altre ad incastro, una più piccola dell'altra (in cui veniva inserita la polvere da sparo) e incastrata nella maggiore (in cui veniva inserito il proiettile). E' la canna la sostanziale differenza col cannone, in cui invece la troviamo come pezzo unico e cilindrica.

Breve accenno alla storia del cannone

Il cannone dei Dardanelli progettato dall'ingegnere Urban, usato
 durante l'assedio di Costantinopoli nel 1453. Lungo 8 metri sparava
 proiettili di una tonnellata. Urban morì durante l'assedio per l'esplosione
 di una delle macchine da li create.
Il più antico cannone fu progettato da Ctesibio d'Alessandria e funzionava ad aria compressa. L'utilizzo della polvere da sparo fu introdotto dai cinesi nel X secolo, i quali concepirono una "lancia di fuoco" in grado di scagliare piccoli oggetti metallici. E' nel mondo islamico che il cannone trova il suo primo reale sviluppo ed utilizzo grazie agli Ottomani, con dimensioni tipicamente grandi, ma con risultati scadenti, poiché muniti di scarsa precisione e gittata. Si preferì presto ridurne le dimensioni aumentando l'efficacia dell'arma ed il cannone sostituì man mano l'uso della catapulta. Nel '500 rivoluzionò gli standard di costruzione di castelli e fortificazioni: il donjon si trasformò in bastione, caratterizzato dagli "orecchioni" che permettevano di alloggiare i cannoni dei difensori, e non più costruite in altezza ma in robustezza.
Fino al XIX secolo vennero usati sempre proiettili sferici, con notevoli limiti in termini di gittata e precisione; fu il piemontese Giovanni Cavalli ad inventare la rigatura dell’anima della bocca da fuoco, che permette di imprimergli un moto di rotazione intorno al suo asse e quindi di stabilizzare il proiettile, e fu anche il primo ad utilizzare la retrocarica. Negli anni successivi fecero la loro comparsa i proiettili cilindrici-ogivali che conosciamo oggi.

Proiettili e calibri

A caratterizzare un cannone era senza dubbio il proiettile, da esso dipendeva gran parte del moto. Come già detto, inizialmente si puntò sulla mole come garanzia di qualità, ma presto si decise di adottare delle norme che caratterizzassero le dimensioni dei proiettili in base all'utilizzo. A normalizzarle era appunto il loro calibro, con cui ai tempi si intendeva il peso (essendo sferici) in libbre. In questo estratto dalla "Nuova Enciclopedia Popolare Italiana" del 1857 trovate una dettagliata ricostruzione dei trattati che hanno negli anni portato a standardizzare le misure dei proiettili, a partire dall'editto di Blois del 1572. Dalla stessa fonte potete vedere i calibri tabellati, con la distinzione tra cannoni da assedio, fortezza e campagna.

Fonti:

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